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Roberto Casagrande

In kayak sul fiume Montone

Sabato 29/3/2014, in kayak sul fiume Montone.

Il Montone è la tappa finale della carriera canoistica perchè è il più bello, dopo il Montone  nessuno scorcio ti sembrerà altrettanto pittoresco; ma al pari di una prima donna si fa desiderare, e anche quando si concede ti fa penare rivelandosi oscuro o limaccioso o gelido o tutto questo insieme.

Ovviamente ASSI non è immune a tanta fama e specialmente noi (Sara, Marchino ed io) che non l’abbiamo ancora disceso, lo teniamo d’occhio da mesi e finalmente dopo tante false partenze la congiunzione astrale si è realizzata nell’ultimo sabato di marzo.

La calda giornata primaverile è limpida e soleggiata e con un ultimo tocco di magia ci regala un livello medio-alto e acqua limpida; condizioni per il Montone, a detta di tutti, più uniche che rare.

La pattuglia ASSI è completata da Alberto, Riccardo, Moreno e ovviamente capitanata da Stik che col solito tam tam ha calamitato ulteriori 11 intrepidi (ci sarà da mettersi in fila, come alla coop).

L’imbarco è ampio e agevole e non lascia trasparire le difficoltà e le bellezze che ci riserverà il fiume, man mano che si scende in un ambiente incontaminato e lussureggiante le pareti si alzano, stratificate come un BigMac fino a formare una gola, con diversi colori e diverse consistenze che con l’erosione formano grandi lastre orizzontali sovrapposte lisce e regolari e…? e…? e c’è da badar lì e non distrarsi troppo perché il fiume si rivela tecnico e insidioso, anche se la presenza di laghetti dopo i passaggi perdona qualche errore consentendo comodi eskimo.

Se noi 3 novizi siamo arrivati in fondo meno ammaccati del previsto lo dobbiamo ad uno Stik in versione chioccia che non ci ha mollato un attimo descrivendoci in anteprima ogni passaggio, salto, buco, corrente …
Il ritorno sotto un salto inghiotte le canoe e le sputa qualche metro più avanti imbizzarrite … Alberto è in gran forma, rilassato come fosse in piscina lo vedo sempre impennato; anche Moreno è a sua agio, anzi no trasborda un salto, strano, non è da lui e stà anche sbagliando strada! Aho Moreno che fai??? Ah SI, OK, tutto chiaro, non si è gratificato abbastanza nel 1° passaggio e stà risalendo per rifarlo; Riccardo si fionda giù per lo stramazzo di 5° come niente fosse (soglia dove schiantarsi da una parte, buco che tiene con nicchia dall’altra …).

E arriva dopo il vecchio ponte a schiena d’asino la cascata della Brusia, un anfiteatro abbastanza regolare che con questo livello è completamente circondato dall’acqua in forma di spruzzi bianchissimi, BELLISSIMA! e profonda, TANTO PROFONDA, l’avevo guardata dal ponte prima di cambiarmi, e, sano di mente, avevo deciso CATEGORICAMENTE di non farla; accosto per sbarcare, mi passa di fianco Sara, oh Sara! Sara ma dove vai? C’è la cascata! è qui lo sbarco!

Anche Marchino, oh Machino c’è la cascata SEI MATTO?

Beh solo io a sbarcare?

Che vergogna!

Ma chi se ne frega!

Vado o non vado?

Lorenzo stà in piedi sul ciglio ad indicare con la pagaia il punto giusto per saltare, prima non si vede niente e non fa paura, poi sul ciglio come consigliato da Stik si chiudono gli occhi e Sbum, bam bum badabam; una, due, le braccia ci sono ancora tutte, 2 orecchie, 1 naso … dai che è andata bene, guardo in su e MEHHH! Ma quanto sono coraggioso?!!!

Altro che Ricardo Cuor di Leone!

Roberto Casagrande

PS: che conosco degli altri 11 mi vengono in mente:
Lorenzo Palma,
Francesca Fiorini,
Marco Anceschi,
Luca Moretti,
Daniele Cozzini,
Franco,

Roberto Casagrande

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