Sì, d’accordo, nello stesso tempo si poteva arrivare quasi a Bovec, però, che dire, anche qualcosa di nuovo non guasta e soprattutto amplia l’orizzonte dei nostri itinerari canoistici.
Guidati dal mitico Gaetano De Marchi e da Claudio che sono di casa su quei fiumi, abbiamo approfittato di un qualche problema alle centraline che governano l’afflusso di acqua al fiume, per cui il rilascio era abbondante e il livello buono.
A detta dei locals una fortuna sfacciata perchè il Caorame è spesso avaro d’acqua.
Dopo un lungo giro in un labirinto di stradine e paesini che ci hanno macinato il senso dell’orientamento, siamo finalmente all’imbarco ed è ora di vederlo in faccia questo Caorame.
Un fossetto, largo da qui a lì, che scorre ingolato in una foresta fitta e intricata, pieno di sassi, però con acqua limpidissima.
Dai, sarà una cavolata!
Alla faccia!
Come ci vai dentro al fossetto ti accorgi che intanto devi manovrare rapido rapido in mezzo ai sassi che sono ravvicinatissimi, poi che le morte sono un concetto molto vago e infime che ci sono più alberi nel fiume che nella foresta di Sherwood.
Ma dopo un pò di rodaggio si comincia a prendere confidenza e il piacere di una discesa continua, sempre tesa, con pochissime soste è veramente grande.
Chi fa l’eskimo deve essere rapido a ripartire e non c’è spazio per fermarsi a fare commenti.
Davanti sempre lui, Gaetano De Marchi e dietro tutti gli ASSI in fila indiana.
Grande Gastone che nonostante la fatica, stringe i denti, sbuffa, arranca, va un pò a mollo, ma alla fine si sciroppa per intero tutti i 14 (dico quattordici) km di un percorso entusiasmante.
Sbarco, pacche sulle spalle, cacchio la rifacciamo, però quanto è lungo, una birretta e poi via, sotto un nubifragio, verso l’agricamper, anche quello consigliato dai nostri maestosi locals.
Notte sotto un nubifragio e quindi il giorno dopo troppa acqua per fare le Gole del Maè, come sarebbe stato previsto.
L’alternativa non è però un ripiego e allora, scortati ancora da Gaetano e in più con Andrea Testuggine (che cacchio di nome!), Fabio Battaglin e Moriccia Manfrin, ci spalmiamo sul Cordevole e improvvisamente, per magia…ci ritroviamo sul Soca!
Incredibile, anche qui acqua turchese, grandi massi intorno a cui slalomare, paesaggio molto simile alla Slovenia tanto che veniva da chiedersi se avevamo pagato il ticket a Bovec.
Insomma, proprio una bella discesa, proprio un bel posto, proprio bella gente e alla fine 2-3 km con ondone e volume d’acqua notevole che ha riscaldato l’animo anche dei più esigenti.
Allo sbarco un’ apoteosi d’entusiasmo con propositi di prenotare subito un viaggio sullo Zambesi a fare altre ondone.
Insomma, nel nostro piccolo, un bel fine settimana, con la consapevolezza di quanto questa filosofia di ASSI di legarsi ad altri club per scambiarsi ospitalità ed esperienze fluviali sia vincente e porti a conoscere altri amici canoisti tutti simpatici e accoglienti.
In uno sport di nicchia come il nostro ogni canoista è una perla rara e come tale va trattato.
Quindi, un appello a tutti i canoa club vicini e lontani: invitateci pure sui vostri fiumi, noi veniamo, sì va beh, facciamo un pò di casino, però ci divertiamo tutti insieme e alla prossima saremo noi ad aspettarvi.
D’altra parte, come dice il sommo poeta: “più si è e più ci si diverte“.
Lunghi fiumi agli A.S.S.I.
Io c’ero e con me: Ivano, Monica, Angela, Gastone,Gaetana, Rita, Roberto, Simone, Eugenio, Gaetano, Claudio, Andrea,Francesca, Claudio.