Domenica ti porterò sul lago, ovvero Assi alla Gardalonga

domenica lago

Domenica ti porterò sul lago, ovvero Assi alla Gardalonga

Domenica ti porterò sul lago, ovvero Assi alla Gardalonga

Non è la prima volta che vado al Lago: di certo è la prima che partecipo a una gara.

E chi l’avrebbe mai detto, quando un anno fa muovevamo ancora i primi passi incerti, di riuscire ad arrivare fin qui..
il numerino!domenica lago
il numerino sulla pettorina! Mi perdonino tutti gli agonisti alla lettura, che forse a cotanto numerino non fanno ormai più caso, ma per me, profana, la consegna del numerino è stata emozionante.
E non vi dico l’effetto..ma andiamo per gradi. Si parte venerdì sera, truppa familiare al completo, per arrivare domenica riposati e magari anche un pò allenati.
Sempre spettacolare il lago e non da meno la ridente cittadina di Toscolano Maderno che ci accoglie con entusiasmo. Già dal venerdì iniziamo a vedere movimenti di canoe, barconi lunghissimi, e natanti di varia natura.
A letto presto, che domattina ci svegliamo alla buon ora per fare un giretto di ricognizione.

La mattina riserva sorprese: il campeggio è sul lago e ne approfitto per andare a vedere come si presenta la situazione.. ore 8, onda da mezzo metro (o forse più) e vento in crescita di Peler (il vento di tramontana che viene dal nord, caro ai windsurfisti di zona). Primi dubbi.
Ce la faremo? Non che le onde siano un problema ultimamente, non che il vento non l’abbiamo mai preso, anzi, non che l’acqua gelida che ti ghiaccia le reni abbia mai inibito un’uscita, ma un sottile senso di inadeguatezza si inizia a insinuare nei miei pensieri. Ce la faremo? “Ma sì, in fondo l’importante è partecipare..”.
Aiuto. Usciamo per il giretto di ricognizione, si arriva fino alla boa arancione, come sempre la partenza è un pò ingessata ma poi andando ritrovo la spinta e la morbidezza del movimento.
Torniamo dal giro di ricognizione, soddisfatti, e andiamo a ritirare la pettorina e il buono pasto per gli atleti (wow, mi hanno chiamata “atleta”): i ragazzi dell’organizzazione ci confermano orari e percorso. Ma una sconvolgente notizia mi incupisce: la boa arancione è il segnale del primo chilometro! Io pensavo fosse il segnale di metà percorso…senso di inadeguatezza numero due, aiuto aiuto.
“Ma sì, ma quanti chilometri abbiamo macinato lo scorso anno? 15, 20, 35 persino una volta, cosa saranno mai questi tredici?”penso tra me e me.
. “Eh ma qui mica la pausetta spiaggia, mica il caffettino al baretto del ciringuito locale, QUI SI FA PER DAVVERO”. Ops. Niente, indietro non si torna, prendo la pettorina, saluto i ragazzi e a domani. Domenica. Svegli alle 7. La gara alle 10, mezz’ora prima il briefing.
Arriviamo al ritrovo, uno stuolo di barche di ogni tipo ci circonda. Siamo in tanti. Bellissime le Dragonboat, barconi da venti persone con la testa di drago sulla punta dell’imbarcazione e un tamburo in fondo che tiene il ritmo della pagaiata. Si respira entusiasmo e adrenalina. Ecco la nostra banda, quelli veri: Loris, Lucas, Roberta e Beniamino.
Eroici, infatti il giorno prima hanno partecipato alla Meloria Paddling Cup in Toscana, una gara di ocean race da 20 chilometri in mare aperto, e oggi son qui in Lombardia, a partecipare a una gara da 25 chilometri nel lago più grande d’Italia. Dei grandi.

Il tempo di salutarci e fare una foto di rito insieme e ci convocano per il briefing.
Noi pulcini Gardacorta, tredici chilometri, e i nostri top riders Gardalonga. Si parte tutti insieme. Finalmente in acqua: aiuto, il cuore batte, siamo in tanti, ho paura di cadere, di investire qualcuno, di essere investita da qualcuno.. in tutto ciò lo speaker ci dice di non superare la boa arancione, altrimenti non si parte, intanto suonano l’aria della Turandot, Nessun dorma: Vinceròòòòòò…. “macché vincerò, buono se non arrivo ultima”..
Botto di partenza, si va, i più bravi son già avanti con uno scatto atleticissimo, le acque son agitate dalla presenza di tutti noi che ci affaccendiamo a prendere le nostre posizioni.
Pagaio, punto qualcuno e vado dietro.
Pagaio, qualcuno mi sfreccia davanti, le dragonboat col loro tamburo corroborante mi danno il ritmo per poi prendere il largo coi loro venti pagaiatori.
Basta, il famoso numerino fa miracoli: arriverò pure ultima ma adesso vado, ce la metto tutta, non mi fermano le onde scomposte che ti sbilanciano e sembrano volerti far cadere, non mi ferma il caldo (i pantaloni stagni: ma che li ho messi a fare?), non mi ferma il fatto di essere arrivata a Salò (metà gara, questa volta davvero) e di essermi vista passar davanti almeno dieci persone per aver girato intorno alla boa troppo larga.
Non mi fermo neanche quando inizio a sentire che son stanca al punto da sentir venir meno l’equilibrio sul kayak, anche perché vedo là in fondo Toscolano Maderno, l’arrivo!
Ci piazziamo a metà e un pò più di metà classifica, comunque soddisfatti per essere la prima volta.
I nostri amici nella gara ocean race nonostante la fatica accumulata il giorno prima portano a casa l’ennesimo podio. Che giornata, che gioia, che bellezza. Anche questa è fatta.

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