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ASSI!!! Brenta!Brenta!Brenta!

ASSI!!! Brenta!Brenta!Brenta!

Attenzione!Attenzione!

Corsisti e principianti: domenica 19 Giugno uscita per tutti sul Brenta!

btrntaAppuntamento e partenza dalla sede estiva AquaSport Santerno alle 08,40 a River Side a Imola per quelli che vengono dalla Romagna, si passa poi da Bologna per unirsi al resto del gruppo, quindi secondo appuntamento alle 09,15 davanti alla piscina dell’Arcoveggio (uscita 6 della tangenziale).

Quindi inforchiamo l’autostrada per Padova per arrivare, in un paio d’ore, a Valstagna e imbarcarci davanti alla scuola sopra il campo slalom alle 11,30.

Se il Panaro è un fratello maggiore e il Santerno un babbo preciso, il Brenta è senza dubbio la mamma di tutti i corsisti!

Vi cullerà sui suoi treni d’onda e proverete le prime entrate in morta non troppo piano né troppo forte…come una mamma premurosa avrà cura di voi…e se qualcuno farà il bagno non sarà un problema… perché il Brenta è come la mamma: ti perdona sempre!

Naturalmente in acqua ad accompagnare e a tirar su tutti ci sarà Max Stick, per l’organizzazione logistica invece non indugiate a contattare me. info@aquasportsanterno.it

Giancarlo 393 1949399

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L’isola che non c’è.

Un grande ringraziamento a Tito e Francesco Pamio e a tutto il gruppo Arcobaleno Canoa che ha organizzato e reso possibile la gita a Venezia di sabato 6 febbraio alla quale ha partecipato anche un gruppo di canoisti Assi, emiliano romagnoli.

L’isola che non c’è.

varie defLe barche allineate sul molo, una foto di gruppo e si parte:
dopo pochi metri la laguna si apre davanti ai nostri occhi, la temperatura è buona, le condizioni meteo di questo sabato di febbraio sono state clementi con noi canoisti e, ognuno col suo passo, ci avviamo verso Venezia che è all’orizzonte, sul lato opposto. Indossiamo i costumi di carnevale: qualcuno ha speso
più tempo e risorse per agghindarsi, altri, come il sottoscritto, indossano qualcosa di semplice, chi una parrucca, chi una maschera o delle lunghe orecchie sulla testa…ciò che conta è lo spirito. I colori dei costumi si sposano perfettamente con quelli dei kayak, dei giubbetti e delle giacche ad acqua, i travestimenti si abbinano benissimo con l’abbigliamento tecnico, anche perché già di per sé, una volta chiuso  il paraspruzzi, i canoisti assomigliano a figure mitologiche: fauni e centauri,  metà uomo e metà natante.
Seguiamo sulla destra la fila di pali che segnalano il canale, che ad occhio nudo non si vede, ma che serve a condurci a destinazione evitando di arenarci nel fango dei fondali più bassi.
Dopo qualche chilometro, appena caldi i muscoli, Tito dice al gruppo: ” Fermiamoci all’isola!”…e non per l’esigenza di riposarci, ce la vuole mostrare, vuole proprio portarci lì. Dalla laguna ci appare un isolotto con bassa vegetazione e più di uno si sarà domandato :”Cosa ci sarà sull’isola di tanto interessante a parte qualche ciuffo d’erba?”. Approdiamo ad un piccolo e ben fatto pontile e dai kayak scendono un faraone, Zorro, l’Uomo Ragno, un pellerossa ed il resto della banda mascherata. L’aspetto dell’isola è quello di un luogo abitato: il prato curato come un giardino condominiale, ma  senza condominio, a pochi metri dalla riva c’è un rancio fatto di rami sgrossati ed il tetto in lamiera con un grande foro al centro per far respirare un fuoco attorno al quale radunarsi con  amici o persone che lo diventeranno. Sembra un tempio eretto alla convivialità. Un signore che indossa un naso finto mi spiega con accento veneziano che l’isola è gestita in maniera puramente volontaria dalle stesse persone che la visitano abitualmente, che è aperta a chiunque e che in diversi si sono spontaneamente prodigati alla costruzione e al mantenimento di tutte le piccole strutture di accoglienza a disposizione.
Detta così mi suona come qualcosa di incredibile, non tanto per
l’aspetto di collaborazione di volontari poiché, anche se non di regola, il mondo è comunque pieno di persone di buona volontà, ma è l’autogestione affidata al buon senso che mi lascia positivamente esterrefatto. “D’estate…” mi dicono, “è pieno di gente, chi gioca a pallone, chi fa merenda, e non esiste nessuna regolamentazione a parte il rispetto per le cose che sono a disposizione di tutti!”.
Una vera e propria “Isola Anarchica” dove vige la legge del buon senso.”Che bella cosa” penso fra me e me: sembra quasi una favola, il ruolo da cappellaio “matto” ho già una mezza idea a chi affibbiarlo, poi io con addosso le orecchie del Bianconiglio: di personaggi strani siamo pieni, manca solo una gentil donzella che si prenda la briga di fare Alice e questo potrebbe essere il Paese delle Meraviglie. Tito ci chiama a raccolta: dobbiamo imbarcarci, la meraviglia di Venezia ci attende.
copertina defNon l’avevo mai vista per Carnevale, in realtà mi rendo conto che a parte qualche ponte, il Canal Grande da un vaporetto e Piazza San Marco, la Venezia dei piccoli canali non l’avevo mai vista. Dal vaporetto le gondole non sembrano poi così grandi, ma seduti su di un guscio di noce  a pochi centimetri di distanza sembrano veramente dei giganti, tenuto conto degli angusti spazi di manovra e del fatto che  frenare con le barche a remi  non è una scienza esatta.  Assume un aspetto particolarmente minaccioso il tipico rostro dentato di acciaio scintillante che hanno sulla prua, meglio schivarlo con precisione…meglio .
Sul Canal Grande la velocità dei vaporetti rispetto alla nostra carovana sembra quella di un aliscafo, bisogna attendere il momento giusto per attraversare  tutti insieme, in modo da cumulare in un’unica istanza la maledizione degli altri natanti.
Gli orientali ci scattano le foto ripetutamente, sembra che non abbiano mai visto dei canoisti in costume, poi, pensandoci bene,
gondole e vaporetti nel campo slalom di Valstagna non desterebbero meno stupore, effettivamente è il contesto che rende strane le cose.
Passato Rialto ci infiliamo in un canale secondario per fermarci  in una piazzetta bellissima e affollata, è ora di pranzo quindi tiriamo le barche in secco e le affianchiamo a mò di rastrelliera al centro della piazza.
vascoDai gavoni saltano fuori bottiglie di bianco e di rosso, i contenitori sono improvvisati, ma il loro contenuto lo è tutt’altro: mi viene specificato che il rosso è Cabernet e con il bianco arrivo da solo a riconoscere un più che onesto Moscato.
Tito siede alla destra di un piccolo capannello di canoisti autoctoni, sulla sinistra c’è Francesco che molto gentilmente  si è offerto di accompagnare in doppia una ragazza del nostro gruppo, arrivata priva di equipaggio. Vedo girare il sacchetto delle frittelle,
lo stesso al quale avevo attinto prima della partenza, solo un pò più vuoto, ne approfitto nuovamente insieme all’ennesimo bicchiere di rosso.
Nel piccolo gruppo stanno parlando dell’Isola e l’argomento cade sul fatto che le autorità locali marittime o demaniali
(suppongo, ma non ho approfondito) conoscano e sostengano l’iniziativa, lasciando a chi se ne occupa la libertà di gestione, raccomandando però di non fare troppa pubblicità  alla questione.
Accenno ad un sincero e serio apprezzamento, ma mi viene fatto notare che apprezzamenti seri non sono spendibili neanche a Carnevale da uno che indossa sulla testa due lunghe e rosa orecchie pelose…rientro quindi nel non ostentare  personali congetture . Fra me e me mi sovviene un pensiero: forse l’anarchica isola della buona volontà potrebbe non  piacere a tutti e forse un ottuso e/o un malfidato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato, potrebbe mettere fastidiosi bastoni fra le ruote. Forse l’isola dell’amicizia e del buon senso è al sicuro finché rimane un’Isola che non c’è, e deve essere accudita da chi sia disposto a difenderla dal Capitan Uncino di turno.
Per raggiungerla non importa volare, ma basta qualche pagaiata ed un “pensiero felice”.
Le frittelle di Tito sono veramente buone e, come  i suoi discorsi, vanno giù che è una meraviglia, ma è ora di ripartire, bisogna tornare sulla terraferma prima che venga buio.
Riattraversiamo la laguna prendendo come riferimento i tralicci delle antenne dall’altra parte, l’isola ora non sembra più la stessa:
è solo una striscia scura, sulla destra all’orizzonte c’e bassa marea e quindi giriamo larghi per non insabbiarci. Approdiamo dopo un’ora, il freddo e la stanchezza incominciano a farsi sentire.

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Siamo in barca da stamattina e, tra una chiacchiera e l’altra, abbiamo fatto quasi venti chilometri.
Scendiamo sul molo che il sole è già tramontato, ci cambiamo e carichiamo le barche sul tettuccio, un saluto veloce ed un sincero ringraziamento a quelli del club che ci hanno ospitato e fatto da guida. Poi tutti in macchina verso casa.
Mi avrebbe fatto piacere indulgere nel commiato per qualche altro
minuto…la prossima volta, non mancherà occasione.
Al ritorno guido io e al casello di Altedo usciamo per prendere ognuno la sua macchina, sono quasi a casa e, nei pochi chilometri
che mi separano dall’uscita di Bologna, richiamo con piacere alla mente i bei momenti della giornata e mi sovviene una considerazione: “Oggi sono stato insieme a Zorro e all’Uomo Ragno su di un’isola governata dal buon senso e dall’amicizia”.
Forse è un’illusione, forse è un’isola che esiste solo nella fantasia , ma vale comunque la pena di raccontarlo.

Giancarlo Vasconiglio.

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A.s.s.i. in Svizzera!

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ASSI in SVIZZERA La carovana parte alle ore 20:30 di venerdì 04-09-2015, in loco formazione equipaggi, sono 380 km da Imola, quasi tutti in autostrada (Imola/Milano/Como/Chiasso/Bellinzona/Valle del Moesa). Per dormire camper propri o tende proprie, si dorme in boschi (infestati da fate, gnomi e folletti) La difficoltà dei percorsi fluviali cambia notevolmente in base alla portata dei fiumi/torrenti, sabato si scenderanno alcuni tratti del fiume Moesa, con difficoltà Medio/Mediobasso.

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Domenica si scenderà… Calancasca? Verzasca?, con difficoltà Alta/Medioalta, i percorsi verranno scelti in base alle capacità dei partecipanti/portata m3/s. Per qualsiasi informazione contattarmi. Sticca Massimo – Guida Fluviale/Istruttore 338 8210647

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Slovenia!!! return to AquaSportSanternoImola

Slovenia socaGli ASSI tornano in Slovenia 11/12 LUGLIO, uscita in Slovenia del Canoa Club Aqua Sport Santerno, nella splendida valle del fiume Isonzo (per gli italiani) o Soča (per gli sloveni) che dir si voglia.
Questa splendida valle dall’ acqua cristallina, offre percorsi canoistici per tutti i livelli e divertimenti, in un contesto paesaggistico ricco di storia e dove la natura la fa da padrona.
Il ritrovo è il Sabato mattina alle ore 10:30 in piazza nel paese di Bovec.Da li si partirà tutti insieme per il tratto prestabilito, con organizzazione persone\mezzi.

In questa splendida valle sempre ricca di turisti si possono trovare diverse opzioni per il pernottamento, come:
Campeggio con camper
Campeggio con tenda
Possibilità di affittare appartamenti o posti letto
Alberghi*
Possibilità di aggregarsi alla partenza prevista al Venerdì 10 sera.
Per informazioni:
info@aquasportsanterno.it
3388210647

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SLOVENIA? SLOVENIA!!!!

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Evvvai si parte, Pasqua è arrivata. Si ma previsioni pessime, forse nevicherà, sicuramente pioggia.

Non è poi lunga la strada per Bovec nemmeno passando per la Val Torre dove già si vede che acque passano per quei fiumi.

Per i primi che arrivano non manca la compagnia per una visita serale alla ‘pecora nera’ e trovarsi poi tutti la mattina in piazza per il Soca.

Biglietto per le discese, uno si può risparmiare: Caporetto è di poco nel parco, quanto? 2.50, ohi sono sempre 2.50

Acque cristalline, bel gruppo numeroso… si parte… la pioggia dov’è? non c’è.

Precave e Cave il fiume si popola, si colora, non è che ne avrebbe così bisogno ma così è meglio. Rapide tranquille nella prima parte, più vivaci nella seconda.

Acque fredde e invitanti vuoi non trovare la maniera di lavarti in fiume? I traghetti non mi fregano ma due sassi sornioni e perfidi incravattano la barchina che frulla, frulla mentre da riva la guardo assieme ai generosi tentativi di liberarla. Scendono tutti presi e allegri, la giornata passa veloce e lo sbarco arriva giusto per sbirciare da Alpin Action le tentazioni del canoista, non fosse per questioni di ‘materia prima’ i furgoni di Max e Dany sarebbero stati stracolmi, invece…. Birretta

Programma serale: Ristorante da _______________ Si ordina, trote e selvaggina passano dalla natura al piatto, spiace per loro ma che buona sta roba!

Mattina seguente da canoista a ciaspolatore, lascio il gruppo per una bella camminata nevosa e ventosa in compagnia di Anna mia moglie, che preferisce sempre gli scarponcini ai cucchiai immanicati a 45°.

Ritrovo dopo cena per uno spaghetto aglio,olio e peperoncino.

Tra battute e risate la serata scorre tranquilla finché, a qualcuno non viene in mente il pokerino….bhè si gioca con bustine di zucchero, ma a chi è venuta la bella idea che chi vince deve farsi un bicchierino di grappa? si perché qui se la fortuna ti sorride il fegato rischia…cioè dopo due partite vinte la grappa era finita, stavo in vantaggio di poco su Moreno nella terza, sbancati tutti gli altri che Anna perentoria dice che è notte fonda. La prossima volta che si torna sul Soca sarò più che collaudato per il vicino Casinò.

La mattina è assolata e tersa una fortuna…per tutti. C’è anche chi ama vivere tranquillo e fa il biglietto, beato lui.

La mia barca, di origini portoghesi, deve sparire subito fuori vista (le guardie!!!)

Caporetto livello basso, acqua fredda e cristallina, sole, una gioia. Nessuno osa al primo tuffo dal roccione d’imbarco, saranno 5 mt. diciamo che viene snobbato. Varie rapide, rapidine e rapidoni si vedono bene i sifoni che si creano con livelli più alti, non mancano bei passaggi che ingannano anche i giocosi esperti.

Dai chi salta? da lassù? Si si dai. Saranno votati alla gioia o al suicidio? E’ un tuffo che non si può snobbare,dalla cima saranno 10 mt., ma c’è un balconcino provvidenziale 2 mt più basso…da lì secondo me non ci s’ammazza, andiamo. Scellerati e coraggiosi volanooooooo.

Le emozioni volgono al termine, ma mica sono finite, si gioca con Pietro e Daniele nell’ultimo tratto che attraversa alla fine delle gole dalle forme e colori a dir poco …iperrealisti: vedo le trote che nuotano ad almeno 3 mt sotto!

Potrebbe bastare invece no. Si sbarca ma c’è uno strano movimento, meglio legare subito barca e pagaia, vorrei godermi il sole mentre mi tolgo il neoprene di dosso ma ancora in mutande ecco il guardiaparco, urca l’auto sta svoltando a 100 mt.

Stick tranquillo è già partito da qualche secondo. I broker scommettono sicuri sul verbale.

Niente verbale. Tutto in auto, vestito, nel tempo che il controllore ci mette a svoltare. Ci incrociamo a mezzo dello stradello. E’ andata, ma la prossima volta…biglietto!

Così sembra quasi gratis la finale mangiata di agnello, _____________ alla verdura o ragù che non sono né una piadina né un calzone…..ma son buone.

Si torna. Ragazzi alla prossima!.

Vittorio ( V-REX )

MAPPA SOCA

RACCONTO SLOVENO

Via, si parte per il nord.
È sempre spettacolare la Slovenia, coi suoi paesaggi, le sue acque smeraldine, le sue grappe, le sue montagne, le sue grappe… basta, torniamo a noi.

Siamo partiti, tre automezzi ben carichi che si dirigono verso quella perla montana che è Bovec, dove arriviamo nel pieno della notte.
Che dire? L’ospitalità alpina è quasi da manuale: letti fatti, asciugamani puliti e cucina ben rifornita di biscotti. Se vi steste chiedendo di cosa ci lamentiamo con un servizio così… beh, vi risponderemmo che le birre ce le siamo dovute andare a comprare. All’una di notte. Nell’unico bar che per fortuna era rimasto aperto.

Il primo giorno sull’acqua comincia con un intoppo non da poco: secondo gli idrometri locali, il Soca è secco. Secondo noi invece è più che sufficiente a scendere (non si gratta neanche volendo, questi sloveni sono abituati troppo bene).

Precave e cave scorrono che è una vera meraviglia, cielo leggermente coperto e tanti gruppi di canoisti in acqua, e ci troviamo allo sbarco ancora prima di essercene resi conto. Qualcuno si infila nel campo slalom, qualcuno si spara due eskimi, altri invece vanno ad asciugarsi, soddisfatti e rilassati. La conclusione è banale: radler e panino…

Il giorno dopo il Soca alto ci si mostra in tutta la sua bellezza: acqua trasparente e un sole estivo ci accompagnano per tutta la discesa. Chi altri ci accompagna? I pescatori, che magari ci stanno maledicendo silenziosamente nel loro dialetto aulico per il casino che facciamo, ma in fondo, con un sole così, a noi non interessa.

La sera che si fa? Cena in casa con annesso poker finale: un V-Rex in ottima forma si impossessa della vittoria e dell’annessa bottiglia di grappa (ad ogni mano vinta si paga dazio).
Forse è preoccupato per l’indomani, giorno per cui è pianificata la conquista di Caporetto.
Il povero Max invece neanche un goccetto… Segretario, lo facciamo un corso di poker finita la piscina?

Di che ti preoccupi V-Rex? Caporetto va benissimo, una discesa liscia come l’olio, con tanto di esse tra i sassi, rapidone e un tentato salvataggio di materiali che… non ha portato benissimo. Ma in fondo è solo colpa della grappa.

Pecora Nera

Slovenia soca

Pasqua in Slovenia con AquaSportSanterno Imola

Slovenia SocaDal 04 al 06 Aprile, prima uscita del 2015 in Slovenia del Canoa Club Aqua Sport Santerno, nella splendida valle del fiume Isonzo (per gli italiani) o Soča (per gli sloveni) che dir si voglia.

Questa splendida valle dall’ acqua cristallina, offre percorsi canoistici per tutti i livelli e divertimenti, in un contesto paesaggistico ricco di storia e dove la natura la fa da padrona.

 

Il ritrovo è il Sabato mattina alle ore 10:00 in piazza nel paese di Bovec.

Da li si partirà tutti insieme per il tratto prestabilito, con organizzazione persone\mezzi.

Idem per la giornata di Domenica e Lunedi.

 

In questa splendida valle sempre ricca di turisti si possono trovare diverse opzioni per il pernottamento, come:

  • Campeggio con camper
  • Campeggio con tenda
  • Possibilità di affittare appartamenti o posti letto
  • Alberghi

*Possibilità di aggregarsi alla partenza prevista al Venerdì sera.

 

Per informazioni:

Daniele Chieregatto +39 3342322746

danielechieregatto@gmail.com

Oppure tramite Facebook gruppo ASSI

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gole del maè in kayak aquasport santerno

VenetASSI, ToscanASSI e stiASSI nelle: Gole del Maè in kayak!

Scendere in kayak su dei percorsi stupendi come le Gole del Maè non può far altro che mettere di buon umore, e quando i nostri sono di buon umore e colmi di gioia emerge la parte goliardica del gruppo con un racconto che non ha nulla da invidiare ai peggiori bollettini di guerra.

Una discesa stupenda che lascia ebbri di emozioni fissando un solo pensiero nella testa: “Quando ci torniamo?”

Di seguito il resoconto ironico del nostro Carlo:

…Era un tranquillo sabato, precisamente sabato 4 ottobre 2014, quando….

gole del maè in kayak aquasport santerno

…lo sguardo di Millie passava nervosamente

da quel tronco maledettamente incastrato nella gola a quello spicchio di cielo piccolissimo sopra di loro, appena visibile in mezzo alle umide pareti rocciose.

Le canoe della Gaetana, Stefano e Fabio sbattevano tra loro e contro la roccia mentre tutti usavano le unghie per tenersi disperatamente aggrappati a quella nicchia nella quale erano incastonati.

Quattro anime smarrite, abbracciate tra loro a cercare un conforto che non arrivava.

A monte il Maè impetuoso aveva dimenticato un tronco di traverso a pelo d’acqua e una fila di esausti canoisti cercava di oltrepassarlo a nuoto con le canoe alla mano; a valle l’ignoto.

Il fiume si era portato giù solo la canoa di Carlo con una corda attaccata e Gaetano che coraggiosamente la inseguiva.

Ma questo era successo ormai mezz’ora fa e nessun grido, nessun segno veniva dal fondo di quella gola.

Ci vuole lui, l’esperto, quello bravo, colui che l’ha già fatto tante volte: Davide.

Solo lui prendendo la testa del gruppo ci può aiutare.

Però è in fondo; allora scende dalla canoa, entra nell’acqua gelida e con la canoa alla mano va verso il tronco semisommerso per raggiungere i quattro e guidarli verso la salvezza.

Ma il Maè è ancora lì, mai domo, vuole la sua vittima; subdolamente entra nella canoa di Davide, la riempie, la appesantisce, la fa sfuggire di mano.

E’ pesante, troppo pesante, se ne va, passa sotto il tronco, è rovesciata!

Solo un grande uomo può prendere una grande decisione; Davide corre nell’acqua, salta sul tronco e spera, con un balzo, di prendere la canoa al volo.

Ma il subdolo Maè ha lasciato un suo tentacolo di acqua viscida sul tronco; il povero piede di Davide ci scivola sopra, il povero corpo di Davide vola in alto, fa un carpiato, e precipita a gambe larghe sul tronco sbattendo faccia e gioielli di famiglia.

Il Maè si occupa di raccogliere corpo , canoa, pagaia e lentamente trascinarli a valle.

Più sotto, quando la Millie vede arrivare la canoa rovesciata, tutti gli spessori in polistirolo attorno, la pagaia poco più in là e infine la carcassa di Davide a pelle d’orso con lo zigomo spaccato, guarda in faccia i sui compagni di sventura, socchiude gli occhi e mormora: “MORIREMO TUTTI!” 😀

No ASSI no party!!

gole del maè in kayak aquasport santerno

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ASSI Gole Avisio

17 kilometrASSI sulle gole dell’Avisio

Non per fare gli smargiASSI, ma…
l ‘abbiamo fatto!

I quattro (anzi cinque ) dell’Ave Maria (e di qualche PaterNoster ), domenica hanno trovato l’ispirazione, e un livello almeno minimo, per fare le Gole Dell ‘Avisio, quel tratto che su ckfiumi è descritto da Valfloriana al ponte dell’Amicizia di Faver, 17 kilometrASSI di terzo, terzo più ( per il quarto ci vuole più acqua ).

Ridotti poi a 13 km perché l’inizio era proprio secco.
Immersi in una gola dimenticata dal mondo, ci siamo spupazzati tutte quelle rapide continue, con poche interruzioni, solo 3 bagnetti piccoli piccoli, in un contesto in cui l’unica traccia di civiltà era la scia bianca in cielo di qualche jet ad alta quota.

Tutti bravi, ma molto!

In appena 4 ore siamo usciti.

Un enorme grazie a Elia Bolognani e Francesco Gandolfi dell’Avisio rafting di Cavalese che ci hanno guidato nel percorso e Fabio, il titolare, che ci ha assistiti in tutto; l’anno prossimo chissà che non si riesca a organizzare una uscita su da loro con tutto in gruppone?

Vi lascio alle foto che saranno pubblicate a breve e ai dettagliati video che Gaetano sta montando.

Stavolta più che mai
lunghi, anzi lunghissimi fiumi agli Assi !

ASSI Gole Avisio

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assi

Caorame e Cordevole da ASSI – Giugno 2014

Sì, d’accordo, nello stesso tempo si poteva arrivare quasi a Bovec, però, che dire, anche qualcosa di nuovo non guasta e soprattutto amplia l’orizzonte dei nostri itinerari canoistici.

E Caorame sia! assi

Guidati dal mitico Gaetano De Marchi e da Claudio che sono di casa su quei fiumi, abbiamo approfittato di un qualche problema alle centraline che governano l’afflusso di acqua al fiume, per cui il rilascio era abbondante e il livello buono.

A detta dei locals una fortuna sfacciata perchè il Caorame è spesso avaro d’acqua.

Dopo un lungo giro in un labirinto di stradine e paesini che ci hanno macinato il senso dell’orientamento, siamo finalmente all’imbarco ed è ora di vederlo in faccia questo Caorame.

Un fossetto, largo da qui a lì, che scorre ingolato in una foresta fitta e intricata, pieno di sassi, però con acqua limpidissima.

Dai, sarà una cavolata!

Alla faccia!

Come ci vai dentro al fossetto ti accorgi che intanto devi manovrare rapido rapido in mezzo ai sassi che sono ravvicinatissimi, poi che le morte sono un concetto molto vago e infime che ci sono più alberi nel fiume che nella foresta di Sherwood.

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Ma dopo un pò di rodaggio si comincia a prendere confidenza e il piacere di una discesa continua, sempre tesa, con pochissime soste è veramente grande.

Chi fa l’eskimo deve essere rapido a ripartire e non c’è spazio per fermarsi a fare commenti.
Davanti sempre lui, Gaetano De Marchi e dietro tutti gli ASSI in fila indiana.

Grande Gastone che nonostante la fatica, stringe i denti, sbuffa, arranca, va un pò a mollo, ma alla fine si sciroppa per intero tutti i 14 (dico quattordici) km di un percorso entusiasmante.

Sbarco, pacche sulle spalle, cacchio la rifacciamo, però quanto è lungo, una birretta e poi via, sotto un nubifragio, verso l’agricamper, anche quello consigliato dai nostri maestosi locals.

Notte sotto un nubifragio e quindi il giorno dopo troppa acqua per fare le Gole del Maè, come sarebbe stato previsto.

L’alternativa non è però un ripiego e allora, scortati ancora da Gaetano e in più con Andrea Testuggine (che cacchio di nome!), Fabio Battaglin e Moriccia Manfrin, ci spalmiamo sul Cordevole e improvvisamente, per magia…ci ritroviamo sul Soca!

Incredibile, anche qui acqua turchese, grandi massi intorno a cui slalomare, paesaggio molto simile alla Slovenia tanto che veniva da chiedersi se avevamo pagato il ticket a Bovec.

Insomma, proprio una bella discesa, proprio un bel posto, proprio bella gente e alla fine 2-3 km con ondone e volume d’acqua notevole che ha riscaldato l’animo anche dei più esigenti.

Allo sbarco un’ apoteosi d’entusiasmo con propositi di prenotare subito un viaggio sullo Zambesi a fare altre ondone.

Insomma, nel nostro piccolo, un bel fine settimana, con la consapevolezza di quanto questa filosofia di ASSI di legarsi ad altri club per scambiarsi ospitalità ed esperienze fluviali sia vincente e porti a conoscere altri amici canoisti tutti simpatici e accoglienti.

In uno sport di nicchia come il nostro ogni canoista è una perla rara e come tale va trattato.

Quindi, un appello a tutti i canoa club vicini e lontani: invitateci pure sui vostri fiumi, noi veniamo, sì va beh, facciamo un pò di casino, però ci divertiamo tutti insieme e alla prossima saremo noi ad aspettarvi.

D’altra parte, come dice il sommo poeta: “più si è e più ci si diverte“.

Lunghi fiumi agli A.S.S.I.

Io c’ero e con me: Ivano, Monica, Angela, Gastone,Gaetana, Rita, Roberto, Simone, Eugenio, Gaetano, Claudio, Andrea,Francesca, Claudio.

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